martedì 29 marzo 2011

Vogliamo anche le rose (o il dramma della street parade, o che roba contessa)


Diecimila persone, musica, birra (tanta), primavera, pisciate sui muri: una street parade come nessuno si aspettava (come io non mi aspettavo sicuro, almeno nei numeri). Ma nemmeno mi aspettavo le critiche che sono arrivate quasi subito, men che meno dalle persone da cui sono arrivate. L'eco, che non è esattamente l'organo ufficiale di lady gaga, era molto più benevolo.
A parte le critiche ("uh sti giovani d'oggi che fan la pipì sui muri", "ommadonna, bevono! la birra! tanta birra! e poi vomitano!", "il volume di quella musica, signora mia, che poi non è mica musica ma è rumore. mica come ai nostri tempi quando c'era la nilla pizzi" o i beatles o i pink floyd o i pearl jam, a seconda dell'età dei personaggi in campo). Che sono obiezioni a cui, almeno dal mio personalissimo e fieramente relativista punto di vista, si risponde facilmente: "bona, una sera l'anno, potrete ben sopportare". Poi gli stronzi c'erano, ma da che mondo e mondo si sa che non è dalle iniziative degli stronzi che si qualifica una manifestazione o un'iniziativa (lo so io di per me, gli altri non so).
Il problema, secondo me, è un altro.
Due sono gli argomenti preoccupanti, a mio sempre personalissimo e relativistissimo parere.

Il primo
: "eh, ma non c'è una piattaforma politica (magari la si dice in altro modo ma il succo è questo), si fa festa tanto per far festa (e pure male, che bevono! e si drogano!), manca uno scopo, è anarchia". A parte che mica vedo come un dramma il far festa per far festa, ma lo scopo a me sembra evidente: a noi giovani (ma smettiamola pure con sta storia dei giovani, che io che giovane non son più penso la stessa cosa) ce ne sbatte delle movide organizzate dal comune, quelle con le transenne e i negozi aperti per far festeggiare anche i commercianti, quelle che finiscono alle 11. A noi, giovani e non più giovani, ci piacerebbe far tardi la sera se abbiamo voglia, stare insieme a sentire la musica e a chiacchierare, a limonare sul prato del parco della Trucca d'estate e (uuuuuuh) a bere le birre (o i gin tonic. o perfino i cuba libre, a volte). Chiaro che il tutto va conciliato con le esigenze di chi c'ha sonno. Però mica può vincere sempre e solo chi c'ha sonno. Troviamo delle vie di mezzo, facciamo che una volta ogni tanto (non una volta l'anno, si spera) si può. Che in certi posti si può. Che magari ci si tollera di più a vicenda. Tipo.

Seconda obiezione, ancora più inquietante: "street parade in puro stile berlusconiano, questa è gente che si guarda il grande fratello". Che, voglio dire, io pure mi guardo il grande fratello se sono a casa e mi annoio: eppure leggo 4 libri al mese e un paio di quotidiani al giorno, per dire e non per tirarmela (ok, chiaro. anche per tirarmela). Ma che, avete parlato con tutti quelli che c'erano lì venerdì sera, per sapere che erano dei coglioni? E comunque: magari possiamo decidere che uscire con gli amici è meglio che rincoglionirsi davanti alla tv. Ma in ogni caso: che è, che se uno guarda il grande fratello non ha più diritto di avanzare istanze politiche (e "lasciateci vivere felici" è un'istanza politica, "il socialismo è il pane e le rose", diceva marx. Che se anche marx non è più di moda resta una bella frase)?

(No, l'unica domanda vera che vorrei fare a chi tanto si lamenta è una sola: davvero non avete mai vomitato in strada in vita vostra? Mai fatto al pipì contro un muro? No? Mi sa che non ci credo, dai)