mercoledì 20 gennaio 2010

"Non interessa a nessuno"


Delle famigerate torri di Zingonia, il condominio Athena 3 è forse quello nello stato peggiore: lo si vede da fuori, calpestando i cumuli di spazzatura in terra e guardando il numero di finestre murate con cemento e mattoni rossi per evitare che gli appartamenti sgomberati vengano di nuovo occupati abusivamente. E lo si vede entrando nel portone. Lo si sente, soprattutto: la puzza di urina per le scale toglie il fiato, anche se i bambini che tornano da scuola e fanno la gara a chi arriva per primo sembrano non accorgersene nemmeno più. Perché qui una quindicina di famiglie resistono ancora, senza riscaldamento e da ieri mattina un'altra volta senza acqua corrente, dopo anni di bollette non pagate alla Bas. Mentre gli altri condomini del complesso hanno avviato un piano di rientro che prevede rigide rate mensili, gli abitanti di Athena 3 a pagare un centinaio di euro al mese o poco più proprio non ce la fanno. Con qualche eccezione: «Spero che le buttino giù queste torri – dice Singh, un ragazzo indiano che fa i turni in un laboratorio alimentare, e che le spese condominiali le paga – non si può vivere così, sono uno dei pochissimi che lavora in tutto il condominio. Chi ha potuto è scappato, si è trovato un'altra casa. Chi come me non ha soldi a sufficienza resta qui, tra spacciatori di droga e spazzatura». Singh si arrangia con una stufa a metano, ma qualcuno non ha nemmeno quella, spiega. Fa freddo anche in casa di Fatima, madre che vive sola con tre figli e per arrivare alla fine del mese fa le pulizie in casa d'altri, qualche ora al giorno. Il suo appartamento è al settimo piano, l'ultimo, e l'ascensore non funziona come quasi tutto ad Athena 3. «A mezzogiorno devo correre via: come faccio a far tornare a casa i miei figli da soli, con lo schifo che c'è in giro? Ogni tanto la polizia porta via qualche spacciatore, ma tornano sempre o ne arrivano altri. È dura», racconta mentre serve il pranzo ai ragazzi, rigorosamente con piatti e bicchieri di plastica: «Non abbiamo più l'acqua da questa mattina, dobbiamo portarla su dalla fontana, in cortile. Io ho pagato, ho versato ieri 125 euro per le bollette arretrate, ma abito qui solo dal 2006: tutti questi debiti non sono i miei. È già difficile così allevare tre figli, non posso pagare anche per gli altri. E l'acqua l'hanno tolta anche a noi». Di vendere, non c'è nemmeno da pensarci: «Ho affidato questo appartamento a un'agenzia immobiliare di Ciserano un anno e otto mesi fa, ma non abbiamo ricevuto nemmeno un'offerta. D'altra parte, chi vorrebbe venire ad abitare in un posto come questo?». Difficile darle torto: la pulizia e l'aria di normalità che si respira dentro l'appartamento di Fatima, con i tre bambini seduti attorno al tavolo, stride con le feci umane abbandonate lungo le scale da chissà chi, tra vetri rotti, mozziconi di sigaretta e vestiti luridi. «Lo so che è uno schifo – commenta – abbiamo anche provato a pulire, ma il giorno dopo è di nuovo uguale. Non sappiamo più cosa fare, e non interessa a nessuno».

Nessun commento:

Posta un commento